Il bosco di Policoro rappresenta ciò che resta dei due complessi detti "bosco del Pantano soprano" e "bosco del Pantano sottano" che costituivano fino ad alcuni decenni fa una delle più estese foreste planiziali dell'Italia meridionale. Si tratta di boschi soggetti a periodiche inondazioni caratterizzati da una ricca componente fanerofitica (Quercus robur, Fraxinus oxycarpa, Populus alba, salix sp. pl., Laurus nobilis, Ulmus minor, ecc.), e con uno strato arbustivo e lianoso ben sviluppato. Queste formazioni occupavano in passato le aree palustri originariamente presenti lungo gran parte del litorale. Attualmente, in seguito alle opere di bonifica ed allo sfruttamento intensivo del territorio costiero, la foresta di Policoro rappresenta il lembo relitto di bosco planiziale più consistente di tutta l'Italia meridionale. Queste fitocenosi possono essere riferite all'habitat 91F0, unica presenza in tutta la regione Basilicata.
Il complesso di habitat dunali e palustri retrodunali, anche se in parte degradato, contribuisce alla caratterizzazione di uno dei biotopi di maggiore rilevanza naturalistica lungo la costa lucana. Sotto il profilo faunistico il sito riveste un'importanza strategica per le popolazioni di uccelli migratori che sostano nelle zone umide retrodunali e nelle formazioni di macchia mediterranea. L'Habitat dei banchi di sa
bbia a debole coperura permanente di acqua marina (1110) sono presenti in tutta la parte a mare del SIC e si presentano in ottimo stato di conservazione. sotto il profilo faunistico, il Sito è d'importanza strategica per le popolazioni di Caretta caretta che transitano in questa zona alla ricerca di specie bentoniche di cui nutrirsi.
Tra le specie nidificanti è importante sottolineare la presenza del Fratino (Charadrius alexandrinus), che si riproduce lungo la costa in prossimità della duna. Di particolare rilevo biogeografico risulta la presenza di alcune coppie nidificanti di Picchio rosso minore (Dendrocopos minor), distribuito principalmente lungo la catena appenninica e la cui presenza indica antiche connessioni tra le foreste planiziali e le cenosi boschive delle colline retrostanti. Degna di nota è la popolazione della Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis), la cui presenza non era conosciuta per l'intero arco jonico lucano (cfr. Sindaco et alii, 2006). Tali osservazioni suggeriscono l'esistenza di una continuità con le popolazioni calabresi e pugliesi. La mammalofauna si contraddistingue per la presenza della Lontra (Lutra lutra); è probabile che nel sito vi sia almeno un nucleo riproduttivo.
Elevato valore biogeografico assume, inoltre, il rinvenimento del Barbastello (Barbastella barbastellus), piccolo chirottero tradizionalmente legato alle faggete mature. Per quanto concerne la classe degli insetti, di particolare rilievo risulta essere la presenza dei due coleotteri cerambicidi Cerambix cerdo e Rosalia alpina, entrambe le popolazioni sono in completo isolamento per mancanza di habitat idonei lungo tutta la costa ionica lucana e verso l'entroterra. In particolare la popolazione di C. cerdo è in netto calo in seguito alla riduzione dei querceti presenti nel sito, che fino agli anni '50 erano molto più estesi ed in continuità con le formazioni di querce della fascia collinare e montana.
Le specie di invertebrati riportate nel campo 3.3 sono state in parte rilevate direttamente durante le sessioni di campionamento, ed in parte estrapolate dalla bibliografia consultata (ANGELINI & MONTEMURRO, 1986). Con la motivazione D sono state riportate tutte le specie incluse nella Lista Rossa del DataBase CKMap, 2005.
Alcune delle specie segnalate nel vecchio formulario non sono state confermate durante l'aggiornamento. Le ragioni di questa apparente discrepanza sono sintetizzate come segue:
1) Specie non appartenenti alla fauna locale, la cui presenza nel vecchio Formulario era probabilmente dovuta ad un errore di battitura. E' il caso dell'Averla maschera Lanius nubicus, specie distribuita nel Medio e Vicino Oriente e non segnalata in Italia (Yosef & Loher, 1995) e dello Zigolo muciatto Emberiza cia, legato tutto l'anno a formazioni cacuminali montane (Cramp & Perrins, 1994).
2) Specie potenzialmente presenti durante le migrazioni ma ecologicamente non legate all'area di studio. In questo caso l'osservazione di eventuali soggetti migratori è sfuggita al rilevamento. E' il caso ad esempio dell'Ortolano Emberiza hortulana e della Ghiandaia marina Coracias garrulus; il primo legato per la nidificazione a contesti semiaperti montano-collinari, la seconda legata invece agli ambienti steppici (cfr. Cramp & Perrins, 1994; Brichetti & Fracasso, 2007).
3) Specie che frequentano l'area di mare antistante il SIC, la cui però riproduzione nle SIC non è stata confermata. E' il caso della Tartaruga caretta Caretta caretta.
Tra le specie vegetali d'interesse conservazionistico la segnalazione di Sarcopoterium spinosum è basata su un campione d'erbario risalente al 1978. La specie è probabilmente ancora presente, ma non confermata di recente. Significativa è anche la presenza di una piccola popolazione di Cladium mariscus e di Clematis viticella, entrambe le popolazioni hanno un carattere relittuale essendo legate ad ambienti igrofili in gran parte scomparsi. Recentemente confermata la presenza di Orchis palustris.
Rispetto alla perimetrazione originaria si propone un ampliamento del sito in modo da includere un più ampio tratto di bosco ripariale (habitat 92A0), altre modifiche sono state effettuate per l'adeguamento ad una base cartografica di maggiore dettaglio e per una migliore riconoscibilità dei limiti sul territorio (tracciati stradali, ferrovia, corsi d'acqua, ecc.
Le variazioni nelle tipologie e superfici degli habitat sono da attribuirsi per lo più ad una più dettagliata interpretazione (grazie anche alla pubblicazione del Manuale Italiano degli Habitat) e all'applicazione di metodologie GIS per il calcolo delle percentuali. In particolare, le formazioni a sclerofille indicate nella precedente Scheda Natura 2000 con l'habitat "6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde", sono qui riferite all'habitat "2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia", in cui il nuovo Manuale degli Habitat include anche le formazioni di macchia e gariga delle dune litoranee ricche di elementi dei Pistacio-Rhamnetalia. L'habitat "5230 Matorral arborescenti di Laurus nobilis", segnalato nella scheda Natura 2000, è in genere tipico dei boschi di forra in cui il Lauro forma uno strato dominante. In questo sito la specie è presente come elemento del bosco igrofilo planiziale riferito all'habitat 91F0. E' presente un'intensa attività di pesca, soprattutto a strascico, che si ripercuote sulla strutturazione dei popolamenti bentonici nonchè sulle popolazioni di Caretta caretta, che durante le rotte migratorie, rischiano di essere pescate con lenze o palangari. |